Comune di Bessude

Bessude

Per la causa della libertà: Padre Carboni e il notaio Sotgiu Satta

Il villaggio di Bessude è attestato per la prima volta tra le fonti scritte nel Condaghe di San Pietro di Silki (secc. XI-XIII) dove è citato un certo Mical de Bessute. Il nucleo urbano si formò attorno alla chiesa di San Leonardo e compare diverse volte nelle Rationes Decimarum (fonte del XIV secolo che testimonia la raccolta delle decime da parte della Chiesa) fra le parrocchie della Diocesi di Sorres. Appartenente alla curatoria di Capuabbas, nel regno giudicale di Torres, fu possedimento privato dei Doria sino al 1272 anno nel quale divenne un villaggio del loro stato signorile. Nel 1323 entrò a far parte dell’istituendo Regno di Sardegna e Corsica e nel 1383 passò al Regno di Arborea. Dal 1436 il borgo venne incluso nel neo costituito feudo di Montye Maggiore appartenente alla famiglia Manca che lo detenne (pur tra alterne vicende) fino all’estinzione del feudalesimo.

Bessude oggi è un centro rurale ad economia agropastorale: il paese si presenta diviso in due parti, col nuovo rione de sa Sea, separato dal nucleo più antico dell’abitato.

Bessude ospitò figure di spicco che popolarono il palcoscenico delle vicende angioyane: il notaio Francesco Sotgiu Satta, autore del primo «Atto di concordia e di unione» dei villaggi del Marchesato di Monte Maggiore (Bessude, Cheremule e Thiesi), l’ecclesiastico Salvador Roig, sodale dell’Angioy, l’abate ex gesuita Francesco Carboni, citato dall’Angioy come tra i sardi «favorevoli alla causa della libertà». Diede i natali al nobile don Diego Marongio, delegato dai tre comuni del marchesato a ricorrere al viceré contro i soprusi dei feudatari, allo studente di medicina Giovanni Maria Schintu, il cui ruolo fu essenziale nell’avvisare la comunità di Thiesi dell’incombente spedizione segreta organizzata dal conte di Moriana nell’ottobre 1800, a numerosi patrioti che si distinsero nell’insurrezione di Thiesi, molti dei quali furono condannati a morte.

luogo

Parrocchiale di San Martino

Edificata nel XVII secolo la parrocchiale di San Martino è uno scrigno di opere d’arte, come la pala d’altare dipinta da un pittore affine alla cerchia di Baccio Gorini e collocata nel 1632 o l’antica statua dell’Assunta, raro e prezioso simulacro (XVI-XVII sec.). All’interno del tempio si conservano le spoglie mortali di Francesco Carboni (1746-1817), gesuita, letterato e poeta, autore di pregevoli opere in lingua latina.

Nel 1795, sul limitare dei cinquant’anni, il Carboni lasciò i suoi prestigiosi incarichi in seguito a non chiare accuse di eresia, di pensiero politico, di condotta scandalosa. In quello stesso anno, dopo aver trascorso alcuni mesi in importanti centri della penisola, torna in Sardegna, eleggerà il villaggio di Bessude come sua residenza: sarà un periodo di beata solitudine, di ozio letterario, di notevoli contatti epistolari con grandi intellettuali italiani.

personaggio storico

Il decano Salvador Roig

Originario di Ozieri, il nobile Salvador Roig fu nel 1770 pievano a Nuoro e successivamente divenne decano del capitolo dell’arcidiocesi turritana: la carica di decano venne istituita nel 1552 con la prebenda (beneficio ecclesiastico) di Bessude. Nella chiesa di San Martino fece restaurare a sue spese la pala d’altare della parrocchia (1781). Legò inoltre il suo nome a numerosi interventi di abbellimento della chiesa, come lasciti per la fusione di nuove campane e l’acquisto di paramenti sacri. Vicario generale ed amministratore della Diocesi di Sassari durante l’assenza dell’arcivescovo Della Torre, fatto prigioniero da Gioachino Mundula durante i moti di fine ‘700, si distinse in numerose vicende: offrì 20 rasieri di grano e trenta capi di bestiame in occasione dell’attacco francese del 1793, si oppose ai moti secessionisti dei feudatari sassaresi, si impegnò attivamente per cercare di eliminare le vessazioni feudali nei confronti dei vassalli. Grande amico di Giommaria Angioy pagò con 16 mesi di esilio la sua solidarietà verso gli artefici della «sarda rivoluzione»; nel 1816 gli venne accordato dal sovrano il titolo di Elemosiniere del Regno.

luogo
personaggio storico

Casa Sotgiu Satta

Rogò migliaia di atti notarili, stilati in vari centri del Meilogu tra il 1780 ed il 1820. Tra queste carte si evidenzia il primo “Atto di concordia e di unione” (datato 24 novembre 1795) col quale i villaggi del feudo di Monte Maggiore chiedono non solo il riscatto del feudo, ma il riscatto complessivo dal feudalesimo. Sotgiu Satta dà voce alla popolazione sofferente scrivendo che gli abitanti sono disposti addirittura «a versare il loro proprio sangue poiché non potranno giammai conseguire una vera felicità e perfetta calma» senza che si estirpi la casta dei baroni. L’atto è sottoscritto dai bessudesi Michele Spanu (sindaco), don Pedro Corda (consigliere), dal vicario Agostino Squintu e dai prelati Antonio Luigi Salis, Antonio Maria Cabras e Giovanni Manca.
Arrestato il 9 novembre 1800 tra Padria e Pozzomaggiore mentre, armato di schioppo, si recava a Cagliari per consegnare alcune lettere che avrebbe fatto recapitare ad alcuni giacobini.
Venne condannato a 10 anni di carcere.

Centro Storico di Bessude. La presunta abitazione del notaio Sotgiu Satta
Centro Storico di Bessude. La presunta abitazione del notaio Sotgiu Satta
luogo

San Leonardo

Risalente al XIV secolo, venne abbandonata attorno al 1620 in coincidenza con l’ultimazione dei lavori della nuova parrocchiale. Iniziò da allora un lento declino: chiesa ed annesso cortile furono utilizzati come luogo di sepoltura.
Nel 1950 vennero evidenziati i notevoli pregi architettonici dell’edificio, ristrutturato gradualmente nei decenni successivi. La chiesa, a tre navate, presenta la copertura a capriate nella navata centrale e nelle navate laterali sono presenti raffinate volte a crociera, alcune nervate a costoloni.

luogo

Domo de sas Damas

Austera e sobria la casa detta “de sas damas” svela al suo interno autentiche perle della civiltà contadina: ambienti destinati alla preparazione dei cibi, alla cottura del pane, alla tessitura. Un dedalo di stanze tipiche dei palazzi signorili settecenteschi della Sardegna. Un’ala della dimora oggi ospita il MUME, museo Meilogu medievale.

Domo de Sas Damas - Bessude
Domo de Sas Damas - Bessude

Fonti
Archivio di Stato di Sassari, Atti Notarili, copie, Sassari ville, 1796, vol. 1
V. Del Piano, Giacobini moderati e reazionari in Sardegna, Cagliari 1996
M. P. Derudas, Parco dei petroglifi. Uomo e paesaggio nella valle di Cheremule, Cagliari 2013
S. A. Tedde, Pabilos, la comunità di Bessude alla riscoperta della memoria, Thiesi 2011
S. Cuccureddu, Cheremule, Sassari 2012

Credits
A. Nasone, G. Ruggiu, S. A. Tedde

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